venerdì 16 dicembre 2011

Il genio

L'essere umano, da sempre, risulta affascinato dalla figura del genio, ossia da colui che è dotato di una sensibilità talmente spiccata in un determinato ambito, tale scavalcare i confini che delimitano lo stesso. La sua attività è inspiegabile. non può in alcun modo essere razionalizzata, nè può essere equiparata a quella di altri. Il genio è dotato di un'intuizione e di un'ispirazione che trascendono la perizia tecnica della sua stessa arte. Michelangelo, Raffaello, Einstein, Mozart, Leopardi, sono eccelsi per le loro intuizioni e non per la messa in pratica delle stesse; essi vedono laddove i comuni mortali non vedono, pensano ciò che la moltitudine non pensa. La realizzazione pratica dell'intuizione è secondaria, è l'intuizione in se stessa a costituire l'essenza del genio. Il genio poi, con la sua inspiegabile ispirazione, regola e stabilisce i canoni della propria arte; egli, infatti, mostra il punto più alto che la disciplina nella quale si cimenta possa raggiungere, determina il punto d'arrivo oltre al quale non è possibile andare. Ma com'è possibile l'esistenza del genio? Da dove trae la propria ispirazione, così inspiegabile e così straordinaria? La Filosofia ha più volte tentato di rispondere a questo quesito, senza riuscire ad offrire una risposta certa, vera oltre ogni ragionevole dubbio e, probabilmente, non sarà mai in grado di farlo. Qualunque sia la verità, la genialità, a prescindere dal campo nel quale si manifesti, parrebbe mostrare l'esistenza del metafisico, dell'ultraterreno, del divino.

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