sabato 10 dicembre 2011

L'attualità della Letteratura: la filosofia del cappotto


Il cappotto è senz'altro uno dei più celebri racconti dello scrittore russo Nikolaj Gogol, un racconto di straordinaria attualità, in grado di offrirci uno spaccato del presente, pur essendo scritto nel XIX secolo.
Akakij Akakievic è un modesto funzionario, vessato dai colleghi e dalla società in cui vive; un giorno scopre che il suo cappotto è troppo usurato e necessità di essere sostituito. Decide quindi di affrontare un esborso, per lui notevole, pur di acquistare un nuovo cappotto. L'acquisto di queso indumento di foggia sartoriale gli permette di guadagnare tutto quel rispetto che fino a quel momento nessuno gli aveva mai portato; tutti si rapportano a lui in maniera rispettosa e gentile. Una sera, dopo aver trascorso una serata alla quale era stato invitato, viene derubato del suo nuovo cappotto. Immediatamente perderà la stima e il rispetto che il suo nuovo acquisto gli aveva fatto ottenere. Akakij Akakievic morirà, ma il suo fantasma vagherà per San Pietroburgo alla ricerca di cappotti da rubare. Lo spettro troverà appagamento solamente quando riuscirà a derubare del cappotto, un individuo che, in maniera sprezzante, non l'aveva aiutato a recuperare il capo che, a suo tempo, gli era stato sottratto.

Straordinario lo spunto filosofico offertoci da Gogol, a dimostrazione che Letteratura e Filosofia, spesso e volentieri si intersecano e si compenetrano l'una con l'altra. Il cappotto rappresenta l'apparenza, la quale permette al protagonista di guadagnare quel rispetto che altrimenti nessuno gli avrebbe mai portato. Privato del suo capo sartoriale, Akakij Akakievic perderà immediatamente tutti gli onori che questo gli aveva portato. L'abito fa il monaco e la forma è più importante della sostanza; è questo l'insegnamento di Gogol. Era vero ieri ed è vero oggi, viviamo nella società dell'apparenza, in cui, purtroppo, conta apparire piuttosto che essere.

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