lunedì 26 dicembre 2011

L'uomo e Dio

Il rapporto tra l'uomo e Dio, è da sempre il problema più controverso e maggiormente dibattuto in ambito filosofico. Qualunque sia la divinità in questione, la società si divide in credenti e non credenti, la stessa Filosofia ha assunto nel tempo posizioni divergenti sulla questione. Molte sono le dimostrazioni dell'esistenza di Dio, nessuna pienamente convincente e accettabile oltre ogni ragionevole dubbio; altrettante sono le teorie secondo cui la divinità non esisterebbe, basti pensare a Feuerbach e Onfray, ma anche in questo caso, esse non risultano accettabili oltre ogni ragionevole dubbio. Molti sono gli elementi che ci potrebbero portare a credere, molti altri quelli che ci potrebbero portare a non credere. In realtà l'uomo non è certo di nulla, sicuramente non è in grado di dare una risposta ai grandi interrogativi dell'umanità; sbagliano coloro che accettano ossequiosamente l'esistenza di Dio senza porsi domande e senza dubitare, parimenti sbagliano coloro che, a priori, ne escludono l'esistenza. Credenti e atei danno origine ad uno scontro frontale fra due fondamentalismi, in quanto entrambi sostengono strenuamente la propria posizione, escludendo aprioristicamente la possibile veridicità del contraltare. Il so di non sapere socratico e la dotta ignoranza di Cusano ci indicano la strada da seguire: prendere coscienza della propria impossibilità nel rispondere all'interrogativo relativo all'esistenza di Dio e ricercare la verità dubitando di tutto ciò che non può essere dimostrato o escluso in maniera assolutamente certa: l'esistenza di Dio, infatti, non può essere dimostrata in maniera indiscutibile e indubitabile ma non può neppure essere esclusa oltre ogni ragionevole dubbio.

1 commento:

  1. L'esistenza e l'eventuale rapporto tra Dio e l'uomo è un interrogativo che mi sono posto moltissime volte anche io, non riuscendo tuttavia a raccapezzarmi nel groviglio di domande senza risposta che giungono ogni volta ad affollare la mia mente.
    Sono convinto che l'uomo non sia capace di rendersi conto dell'enormità fisica rapprenteta dalla Terra, scordandosi a volte che il mondo è ben più grande di quanto appare nella quotidianità e che si estende ben oltre l'orizzonte che quotidianamente si pone come margine di quella che è la “nostra realtà”.
    Personalmente ho provato a verificare fino a che punto fossi in grado di percepire l'ambiente che mi circonda, provando ad occhi chiusi a percepire idealmente l'ambiente che mi circonda. Il mio piccolo esperimento casalingo si è concluso con il risultato che la mia percezione dell'ambiente termina a poche centinaia di metri da casa mia.
    Conscio di ciò, ho dedotto che riuscire a concepire la sola Italia in un tutt'uno sia uno sforzo troppo grande per il cervello umano. Quindi di per sé lo stesso concetto si applica alla Terra ed all'Universo.
    La mia domanda è questa: “Se l'uomo non è in grado con le sue sole facoltà mentali, a concepire e realizzare l'immensità del pianeta su cui viviamo, come può essere in grado di relazionarsi con un'ipotetica Deità che non solo ha dato teoricamente forma al nostro pianeta ma anche a tutto il creato?” La domanda così posta è chiaramente retorica ma ritengo sia essenziale, non di meno l'uomo è nato per calcare la terra e vivere del materiale. L'aspetto riguardante la religione è essenziale per mantere attive e pienamente operative le facoltà dell'uomo.
    La sensazione dell'infinito è duramente accettabile dall'uomo, in quanto non rientra biologicamente nel suo schema di pensiero. L'uomo ora ha una vita media di 65\70 anni e tende a crescere di anno in anno. A me personalmente risulta complesso riuscire a ragionare in prospettiva futura, immaginandomi il mondo per esempio fra 100 o 200 anni, tale limite sento che mi suggerisca di non inoltrarmi in argomenti troppo vasti per la mia comprensione.
    In particolare quando cita Onfray ne esprime l'irriducibilità atea malgrado egli non neghi la necessità di un trascendente, afferma invece che il corpo dovrebbe essere libero di esprimersi e le attuali religioni non permettono tale cosa. Afferma che un tempo le religioni erano migliori perchè più libere nei confronti dell'uomo, l'ateismo è una forma di ripudio delle religioni attuali più che una presa di coscienza vera e propria. La scienza dovrebbe fornire i mezzi per rendere più concrete le valutazioni e migliorare la vita, offrire un giudizio più concreto e sensato. Evitando il classico non potendo provare l'esistenza di Dio egli non esiste mentre allo stesso tempo “non si può provare che non esiste”.

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